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198. Francesco Sforza al presidente o al podestà di Suardi 1450 agosto 27 Lodi

Francesco Sforza chiede vengano osservati i capitoli della pace violati dagli uomini di Borgofranco Lomellina (oggi Suardi), che ostacolano la conduzione di biade e affitti ai cittadini e sudditi pavesi.

Presidenti seu potestati Burgi Franchi Basignane (1).
Egregie amice noster carissime, quantuncha per li capitoli dela pace qual è tra nuy e lo vostro illustre signor duca sia licito et debianno li homini de quello borgo de Bassignana conduere le biave et ficti alli citadini et subditi nostri de Pavia et del contato, nondimeno gli è proibito el conduere dele dicte cosse, del che se maravigliamo et non possiamo quasi credere che così sia, perché credemo et havimo per indubitato che la mente dela excellentia sia de observare le convencione et capitoli dela dicta pace, como etiamdio nuy dal canto nostro intendiamo de fare verso la signoria sua. Pertanto ve confortiamo et pregamo che contra li capitoli dela dicta pace non vogliati tentare cosa alcuna, imo vogliati lasare conduere per li homini del dicto Borgo ali nostri le biave et ficti dicti de sopra, [ 111v] perché cusì facendo fareti como deno fare li boni vicino l'uno cum l'altro et como faciamo nuy verso li vostri et ulterius ne fariti cosa grata et accepta. Laude, die xxvii augusti 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Marco Trovamala (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 373).