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231. Francesco Sforza al podestà di Trigolo 1450 agosto 31 Lodi

Francesco Sforza ordina che sia perseguito Angelo, famiglio di Pietro Della Bella, colpevole di furto ai danni di Tommaso Ferro da Romanengo.

Potestati terre nostre Trinoli (1).
Dilecte noster, crediamo che tu debbi essere informato delo excesso comesso in la persona de Thomaso dal Ferro da Romanengo et perché havemo voluto havere informacione como sia passata la facenda. Et siamo informati fra l'altri essere colpevole uno Angello, familio de Petro dala Bella, et etiam uno altro, deli quali seray informato da esso Thomaso. Volimo et te compatiamo, per quanto tu hay cara la gratia nostra, che tu debbi subito fare piliare et mettere stretamente in pregione esso Angello et etiam quello altro, del qual saray informato da esso Thomaso, non relasandoli senza nostra licencia, facendo questa cosa cum quanta dilligencia te sia possibile et secrete. Et se Petro dala Bella o alcuno deli suoi volesseno obviare ad questo, fa et comanda a tuti li homini de quella nostra terra che siano ad lo opposito et se defendano [ 118v] et gli tractano como nostri nemici, avissandote che, se tu non faray questa nostra volontà, te farimo pagare a ti tuto quello è stato tolto al dicto Thomaso et ulterius te privarimo dela gratia nostra, avissandoce poy subito como haveray facto circa ciò. Laude, die ultimo augusti 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 442, con inizio 1453 dicembre 7).