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237. Giacomo e Antonio Della Croce a Francesco Sforza sine data [settembre 1450]

Giacomo e Antonio Della Croce chiedono a Francesco Sforza di ordinare ad Antonio Pichetti di restituire la collana data in garanzia per la decima che il duca ha poi deciso di lasciare agli uomini di Castano Primo.

[ 119v] Illustrissime princeps, cum debita reverencia exponeno li vostri fidelissimi servitori et citadini milanesi Iacomo et Antonio dela Croce, che, como sa la vostra excellencia, quando loro venero for de Milano avevano tolto ad ficto da quelli che facevano per lo reverendissimo domino misser lo archiepiscopo de Milano passato, cioè da misser Antonio Picheto, la decima de Casteno et per segureza del pagamento el prefato misser archiepiscopo dedino ad esso misser Antonio Picheto una sua collana de perle, la qual lui, misser Antonio, ha anchora. La signoria vostra sa como ella volse che alli homini de Casteno remanesse la dicta decima et la prefata signoria vostra hebbe li denari, siché li dicti Iacomo et Antonio non hano goduto cosa alcuna. Et rechedendo la dicta sua collana, non li vole fir data dal prefato misser Antonio, el quale de presente è per doversi partire da Milano et non se sa quando retornarà. Per la qual cossa humiliemente suplicano dicti Iacomo et Antonio alla vostra excellentia, la qual è fontana de iusticia, che la se digna de provedere che loro non vengano a supportare danno de quello del che non hanno havuto utile veruno et comandare al dicto misser Antonio Picheto che statim, ante ch'el se parte et senza veruna exceptione, gli restituisca la dicta collana, perché credeno non essere intencione vostra che y pagano de quello de che non hanno goduto et che è pervenuto alla signoria vostra, alla quale humilmente s'arecomandano (a).


(a) La lettera è allegata alla missiva n. 236.