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272. Francesco Sforza a Manfredo e Giberto da Correggio 1450 settembre 7 Milano

Francesco Sforza ordina a Manfredo e Giberto da Correggio di non turbare i possessi a pascolo che Luchina Dal Verme ha nel parmense.

Manfredo et domino Giberto, fratribus de Corigia.
Magnifici dilectissimi nostri, la magnifica madona Luchina dal Verme molto se grava che da poco tempo gli haveti turbata, anche usurpata, la sua ragione de certi pasculi quali già longo tempo ha goduto pacifice là in parmesana, alegando lei per più certeza del facto suo che essendo altre fiate posti in diferencia dicti pasculi ne fo dato sentencia in favore del magnifico quondam ser Aluise suo consorte, il perché dapoi in qua sempre li ha goduti sine controversia. Et mo, essendoli facto novità, se grava et pargli per la sua viduanza che gli mancano li favori o sia maltractata, che non intendemo debia essere cusì, anci volemo gli siano conservate le sue ragione et intendemo che non gli siano turbate più como fideva in vita del prefato conte, et così la volimo conservare in possessione de quelle tute che gli spectano de ragione. Pertanto ve confortiamo et carichiamo non gli vogliati lasar far né fare vui torto né violencia et, se pur ne pretendesevo ragione alcuna in li dicti pasculi, non ve la vogliati far per vuy, anzi fatela vedere de ragione, aciò che essa madona Luchina non habia ragione de tanto gravarse cum noy, como siamo certi fareti et non vorreti se non quanto ne vole iusticia. Mediolani, vii septembris 1450.
Cichus.