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3. Francesco Sforza a Giacomo Attendolo 1450 febbraio 25 Vimercate

Francesco Sforza comunica a Giacomo Attendolo di aver mandato nella rocca di Sant'Angelo Lodigiano Antonio Centelles, marchese di Crotone: vuole che lo tenga in stretta sorveglianza e non gli consenta di comunicare con altri. Gli ordina inoltre di non liberarlo se non in seguito a una lettera da lui due volte sottoscritta.

[ 1v] Iacobo Bolognini (1), in Vicomercato, die xxv februarii 1450.
Iacomo, nuy vi mandiamo el marchese de Cotrono (2) perché lo tenghi lì in quella rocha de Sancto Angelo et lo habiamo voluto piutosto mandare a ti che a niuno altro perché sapemo a chi lo mandiamo et ne pare potere dormire securo. Et pertanto volimo lo debbi acceptare cum lo suo regazo solamente et lo tenirai in una camera, quale meglio parirà a ti, dove possa stare comodamente et cum tale guardia de persone fidate, cum tale diligentia che non possa per alcuno modo fugirsine, al quale non vogliamo li possa parlare niuno senza nostro bullectino et licentia, non ma coloro che l'havirano ad guardare et governare, advisandoti, Iacomo, ch'el dicto marchese è multo astuto et malitioso, siché tanto più è d'haverli bona cura. Et circa lo vivere suo siamo contenti habbia bono tractamento. El quale marchese tu non lassarai mai se prima non vedi littera nostra che dica dela sua liberatione sottoscripta dui volte de nostra propria mano, come questa presente, como tu vedirai. Siché in conclusione fa per modo che tu nelo sappi reconsignare come ti lo facimo consignare a ti. Data ut supra.
Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Iohannes.


(1) Si tratta di Giacomo Attendolo. Per quanto riguarda Gian Matteo Attendoli, detto Bolognino, viene investito del feudo di Sant'Angelo Lodigiano nel 1452 (cfr. SANTORO, Gli uffici, pag. 404).
(2) Si tratta di Antonio Centelles. Per informazioni sul marchese di Crotone si veda PONTIERI, La Calabria a metà del XV secolo.