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305. Francesco Sforza a Battista de Burgo 1450 settembre 10 Milano

Francesco Sforza ordina a Battista de Burgo che intervenga perché i fratelli Nicolino e Antonio da Paltroni, novaresi, non vengano arbitrariamente obbligati a concorrere con gli uomini di Calpignano al carico della gente d'arme.

Domino Baptiste de Burgo, commissario Olegii.
Ce hanno significato cum grave querella Nicolino et Antonio, fratelli da Paltroni, nostri citadini novaresi, che non obstante pagano, et iamdiu, la loro rata de grance occurrenti cum l'altri nostri citadini novaresi, cusì per li loro beni hano in la cità como nel districto, como etiandio ne hanno significato per loro littere li nostri potestate (1) et presidente de Novara, atamen fino molestati per quelli da Calpignano et astrecti ad contribuire cum essi per lo carico dele gente d'arme, et per questo gli hanno facto novitate ne loro beni, che non pare ragionevele che duplici onere gravari debeant. Per la qual cosa volimo et vi cometimo che de ciò ve debiati diligenter informare et, vocatis vocandis, intendere la ragione dele parte [ 131v] et ministrare iusticia, ita che neutra partium possit iuste querellam facere et, se iniusta novitate fose facta alli dicti fratelli per quelli da Calpignano, volimo la debiati revocare si et in quantum de iure veniat revocanda. Mediolani, die x septembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Giacomo Scrovegni da Padova (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 292).