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361. Francesco Sforza a Lanfranco Garimberti da Parma 1450 settembre 14 Milano

Francesco Sforza non conviene con Lanfranco Garimberti da Parma che la comunità provveda i provisionati di legna e di masserizie per non creare una nuova consuetudine. Quanto alla richiesta di avere le chiavi della metà delle porte di Novara, il duca si dice d'accordo.

Capitaneo citadelle Novarie (1).
Veduto quello ne scrivi deli cativi modi observano quilli nostri provisionati, per seguire el tuo recordo qual ne pare laudevele et bono te scrivemo la nostra ala presente alligata, como vederai, la qual porai mostrare como te parirà. Quello ne scrivi de fare che quella nostra comunità proveda de ligne et masaricie ali dicti provisionati, non ne par bene per non metere questa consuetudine inusitata et etiamdio perché siamo certi che quilli citadini non gli consentirano. Et perché dici che non sonno pagati, dicemo che nuy crediamo molto bene ch'el Bolognino (2) gli faza el debito loro. Ala parte de farte havere le giave per la mità dele porte de quella cità, scrivemo per l'aligate che solendose tenere per li tuoi precessori al potestà (3) nostro lì farà che tu le tegni. Mediolani, die suprascripta.
Cichus.


(1) Identificato come Lanfranco Garimberti da Parma (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 668).
(2) Si tratta di Gian Matteo Attendoli, detto Bolognino.
(3) Identificato come Giacomo Scrovegni da Padova (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 292).