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39. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1450 agosto 4 Milano

Francesco Sforza chiede a Luchina Dal Verme di togliere il sequestro dei beni di Galasso da Figino.

[ 71v] Domine Luchine de Verme, comitise, et cetera.
Magnifica carissima nostra, veduta la ultima littera responsiva alla nostra et preponuta la continencia d'essa nel nostro Consilio secreto, c'è parso cosa convenevole et bene honesta che, deponendo Galasso de Figino ydonea segurtade devanti alli Magistri del'intrate nostre extraordinarie de stare ad rasone et pagare ogni condemnazone gli porrà venire ad essere facta sive per li misser Antonio Boso et Georgio Prato, alli quali fo altra volta la differencia vertise fra vuy commessa, sive per qualunch'altri haverano per nostra commissione ad dare iudicio et sentencia sula causa, come nelle predicte nostre scripsemo, vuy vogliati fare in tuto revocare el sequestro del quale el dicto Galasso se grava. Et pertanto repplicamo et ve carrichiamo quanto possemo che ve piaza fare anullare et revocare el sequestro antedicto, dagando luy la segurtade como è dicto. El che facendo, fareti per certo cosa degna de vuy et a nuy molto piacevele et grata, altramente, non dovendo nuy né volendo manchare al dicto Galasso de rasone, como non poriamo altramente già fare cum nostro honore, el quale sopra ogni altra cosa disponiamo de salvare, ve avissamo, aciò non vi ne possiati tenere gravata, che, non lo facendo vuy esso sequestro revocare, nuy lo faremo mò prorsus annullare et revocare et ex nunc prout ex tunc lo habiamo et faremolo havere per annullato et revocato, sempre prius dando lui la seguritade com'è dicto bene né sarà più caro ch'el faciati vuy. Et così speramo de sentire presto che l'habiati facto, al che de novo ve carichiamo. Mediolani, iiii augusti 1450.
Cichus.
Edita per dominos de Conscilio secreto.