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41. Francesco Sforza a Raffaele Pugnelli 1450 agosto 4 Milano

Francesco Sforza ordina a Raffaele Pugnelli di portarsi dal conte Bartolomeo Anguissola perché cessi dal molestare Ventura da Parma nel suo possesso nel piacentino.

[ 72v] Nobili familiari nostro dilecto Raphaeli de Pugnellis.
Dilecte noster, cum più nostre lettere havimo sollicitato et confortato el conte Bartholomeo Angusola et Honofrio, suo fratello, ad dovere non dare molestia de facto ad Ventura de Parma, nostro homo d'arme, per caxone de una possessione quale gli specta per rasone de nostra concessione ha presa lì in piasentina. Per fino qui non c'è stato modo gli habiano vossuto fare pervipendendo le lettere nostre, il perché n'havemo grande dispiacere, ma, perché a nuy non pare più con lettere de instare a questa cosa, havemo deliberato et cossì volimo che tu personaliter per parte nostra vadi al dicto conte Bartholomeo et gli dichi como t'havimo mandato da luy per la dicta casone per le quale gli havimo scripto più fiade et pare che del nostro scrivere pocho se cura, del che se maravigliamo assay, perché credevamo che luy et li soy dovessero essere deli più ferventi ala obedientia et executione dela voluntà nostra che avesse quello nostro paese, ma ne pare et cossì per effecto trovamo faciano el contrario (et quando in una cosa minima como questa ne sonno renitenti, che dovemo allora de loro concipere et sperare in le maiore?) et ch'el farrà bene a relassare dicta possessione et non dare più casone a Ventura de venire ad infestarne de questa cosa et che non guardano che più gli scrivamo lettere che disposti siamo a più non scriverli per tale casone, ma non rilassandola siano certi pigliarimo altra via ale reintegracione dela raxone de Ventura, che disposti siamo che al più minimo subdito non sia facto violentia né iniustitia alcuna, et relassandola faramno cosa che n'è piacere. Et de quanto faray circha questo volimo ne avisi ad plenum. Data Mediolani, die iiii augusti 1450.
Cichus.