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531. Francesco Sforza a Stefano Casati 1450 settembre 28 Milano

Francesco Sforza ordina a Stefano Casati di indurre il padre di don Martino, smonacatosi, a riportare il figlio nel monastero della Certosa.

Capitaneo lacus Maioris (1).
Cosa nephanda inhonesta et digna de provisione ne è stata notificata, cioè che uno don Martino, già monaco professo nel monasterio dela Certosa de Pavia, più dì passati è uscito dal monasterio et gito ad casa del padre, il quale non solamente l'ha acceptato ma gli ha consentito ch'el pigli habito mondiale contra le leze divine et humane et contra ogni bono exemplo a chi havesse voglia de vivere spiritualmente e bene, la qual cosa non volimo patere perché è cagione de molti scandali, perché non solamente luy ma el padre che gli consente et qualuncha gli parla et pratica cum si è excomunicato. Per la qual cosa, bisognandoli brazo seculare ad moderare questo fallo, volimo et te commectimo expressamente che per ogni via et remedio oportuno debbi operare ch'el padre del dicto don Martino, qual se domanda Iohan del Nilex, habitatore de Lexa, conduca o faza effectualmente condure el dicto don Martino suo figlio al monasterio dela Certosa, et a consignarlo al priore del dicto monasterio. Et questo fa con ogni diligentia et cura et studio, se hai voglia farne cosa grata. Mediolani, xxviii septembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Stefano Casati (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 283).