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598. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1450 settembre 25 Milano

Francesco Sforza, a richiesta dei comuni e uomini della pieve di Incino, si dice disposto a liberarli dalla presenza della gente d'arme, ma vi si oppone Carlo Gonzaga se prima non gli si danno 1.000 ducati d'oro, somma che la gente della pieve d'Incino si dice disposta a versare entro un mese: otterrà, allora, dal duca l'esenzione dell'imbottato del vino e delle biade per l'anno in corso.

[ 186v] Domine Luchine de Verme.
Considerando noi quanti affanni, tribulatione, danni et guai habiano dato le guerre passate alli communi et homini dela pieve de Incino et considerando etiandio, post l'acquisito de Mediolano, che per le innumerabile gente d'arme habiamo non havemo possuto fare non gli habiamo dato deli carichi et molte spese per lozamento de dicte gente, et supplicato a noi più fiate per parte d'essi homini et comuni che iantandem gli vogliamo liberare da dicte gente d'arme, mossi per compassione siamo deliberati de levare dicte gente da casa loro, benché invero a noi sia quasi impossibile perché non sapemo dove mandarle né che fare per lo grande numero che ne havimo, ma inanci le mandarimo al bosco con promissione etiandio de non mandarge né lassarge mandare le dicte gente né verune altre fine ala festa de Pasca resurrectionis dominice anni futuri 1451. Ma perché il removere de dicte gente a nuy non era facile, perché lo illustre signor miser Carlo da Gonzaga non gli consentiva, dicendo che gli era impossibile né gli poteva per veruno modo removere se prima non haveva ducati mille d'oro, essi homini sonno stati contenti et hanno promesso dare fine ad uno mese proximo avenire al dicto miser Carlo ducati mille d'oro, et noi per scontro de dicti ducati mille, volendoli usare più cortesia, siamo stati contenti de liberargli et cossì gli havemo liberati dalo imbottato del vino e de biava del'anno presente tanto, et gli havimo promesso de dare opera che la signoria vostra et ogni altra persona havirà rata et ferma questa nostra tale liberatione da imbottato per questo anno tanto. Et questo havimo facto non possendo fare altramente, de che vi havemo voluti advisare ad ciò che voi etiam siate advisata de questa liberatione, pregandove et confortandove che la vogliate havere rata firma e grata, et ultra ciò liberare dicti comune et homini da dicto imbottato per vostre littere o scripture. Mediolani, xxv septembris 1450.
Cichus.
Facta fuit littera patens comunibus et hominibus plebis Incini de supradicta materia, registrata in libro litterarum patentium in folio 94 et signata Cichus.