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659. Francesco Sforza al luogotenente, al podestà e ai dodici aggiunti di provvisione di Pavia sine data [1450 ottobre] sine loco

Francesco Sforza assicura le autorità di Pavia che la trattenuta di 200 lire che Gracino da Pescarolo vorrebbe fare non è consentita, perché detta somma è mensilmente destinata ai lavori. A Gracino poi il duca scrive di non potergli dare i richiesti 100 ducati perché sono assegnati ai soldati.

Locuntenenti (1), potestatis (2) et duodecim adiunctis provisionum civitatis Papie.
Havemo veduto quello per vostre ne scriveti condolendove dela retentione pare voglia essere facta per Gracino dele ducento libre quali nuy lassamo mensuatim ad quella nostra comunità per li lavorerii, quale retentione pare faza in executione de lettere a luy scripte per li Magistri dele intrate nostre, et cetera. Ve dicemo che, benché nuy habiamo scripto et ordinato che ad caduno sallariato sia retenuto la paga de questo mese che per compiacere a quella nostra comunità et ad ciò meglio se possa provedere alla saluta de quella nostra cità quale desideramo più che niuna altra cosa, siamo contenti non ve sia facta altra retentione per lo presente, così se scrive per le alligate opportune ad esso Gracino. Deli cento ducati che ne domandati impresto, nuy volentieri ve compiaceriamo possendolo fare, ma perché li denari dele additioni sonno assignati tucti ad soldati non ve ne possiamo compiacere de presente, de che ne dole grandemente per lo caso è in quella nostra città, del quele havimo tanto afanno quanto dire se possa.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica non è segnalata da SANTORO, Gli Uffici).
(2) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gi uffici, p. 316, dal 1450 novembre 10 con Giovanni Manfredi).