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690. Francesco Sforza a Pasquale Malipiero 1450 ottobre 20 Milano

Francesco Sforza scrive a Pasquale Malipiero, procuratore di San Marco, che faccia restituire dai famigli del conte Giacomo Piccinino il cavallo rubato ad Asola ad un famiglio di Simone Rigone, non avendo il famiglio alcuna soddisfazione dal Piccinino, che anzi ha risposto essere consuetutdine tra braceschi e sfozeschi rubarsi reciprocamente.

Domino Pasquali Maripetro, procuratori Sancti Marci, ac provisori, et cetera.
Havendo mandato Symone Rigone, nostro homo d'arme, uno suo fameglio ad Asola per alcune sue facende et essendo allogiato al'hosteria certi famigli del conte Iacomo andarono lì et tolse al dicto famiglio uno suo cavallo, dicendo dicti famigli ch'el selaro del prefato conte Iacomo ne havea perso uno et che loro volevano tore questa per contracambio del suo, il perché il dicto Symone andò ad parlare al conte [ 205r] Iacomo et domandogli ch'el gli piacessi fare restituire dicto suo cavallo, il quale conte Iacomo gli respose che non gli voleva fare restituire et che l'era usanza de braceschi et sforceschi robbare l'uno l'altro et comandogli che se partessi subito de lì et ch'el venessi per li facti suoi. Unde avendo nuy inteso questo ne vogliamo havervene advisati ad ciò che ve piaza volere provedere ch'el dicto conte Iacomo restituisca dicto cavallo al dicto Symone Rigone od a questo suo fameglio presente portatore, come rechiede l'honestate et lo dovere. Et se questa cosa andarà da braceschi ad sforceschi, speramo in Dio che ne prestarà la gratia che ne poteremo bene vendicare advengha imperoché molta et molte volte habiano provati le mane et opere degli sforceschi, et come ne rendemo certissimi vuy ne seti informatissimo. Data Mediolani, die xx octobris 1450.
Cichus.