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796. Francesco Sforza a Giovanni d'Alessandria 1450 novembre 6 Milano

Francesco Sforza si dice d'accordo con le proposte di Giovanni d'Alessandria di far percorrere il territorio da un uomo valente con assistenti in caso di furti, assassini e cattivi comportamenti dei soldati. Quanto al sussidio, se la cavi con le entrate. Si dice poi convinto che se Pietro Fregoso, doge di Genova, passasse del denaro a Santino da Riva, quest'ultimo lo servirebbe e farebbe tutto quello che il doge gli dicesse.

[ 229r] Domino Iohanni de Alexandria.
Havemo recevute due vostre littere de data a dì tre del presente et inteso quanto scrivite. Respondemo ale parte, et primo ad quanto scriviti delo ricordo ne faceti ad volere obviare alli mali portamenti deli soldati et alli robbamenti et assassinamenti sonno commessi con recordarce che ve pareria fosse ben facto a dare la cura et guardia ad uno qualche valente homo che descorresse lo paese cum x o xii cavalli, et cetera, dicemo che ne pare optimo ricordo lo vostro et parce sia ben facto, siché vogliati provedere de meterli uno chi parirà ad vui et fategli provedere là dove parerà a vui essere più aconzo, ma habiati advertencia de non metere el lupo per guardiano delle peccore et habbia bona informacione de chi pigliariti ad questa cura et guardia, ad ciò non multiplicono inconvenienti.
Alla parte del fare dela iusticia, dicemo che havemo intesso quanto scriveti et parce che sia bene ad mantenere iusticia et ad pigliare ogni via che se observi.
Alla parte del richedere subsidio, che ve pare non havere loco, et cetera, dicemo che vediati et provati de havere dicto subsidio ponendo li dinari consumati et fatigli quello che se può et, in caso che non possa havere loco dicto subsidio, vedati de havere dicto subsidio per via delle intrate, como scriveti, et fate presto et advisatece como haveriti facto.
Al facto de Antonello dal Borgo, nuy expectiamo le liste et, venuto che sarano, provederemo al facto suo per qualche bona via che remagnarà satisfacto.
Ceterum, perché Sanctino da Riva è in astesana e senza soldo da nisuno et voria pur cum essere in libertà fare dele cose asay et proferirse, havendo aiutorio de dinari, che farà molte cosse et nuy non havemo voluto attenderli, perché non volemo che faza contra lo illustre signor duxe de Zenova, de che havemo facto concepto che, dasendo el prefato illustre signor duxe qualche dinaro al prefato Sanctino, che lui lo serverà et faria bon servicio et restarli servitore e farà tutto quello vorà dicto illustre signor duxe: et sarà utilissimo dinaro. Pertanto vogliati recordare et persuadere al prefato signor duxe che li faza provedere de qualche dinaro et haverlo al suo comando et succederali utile et comodo asay. Et non essendo ancora spazato dellà, vogliati expedirvi subito dellà et andati ad Zenoa ad sequire quanto ve havemo imposto et advisatene subito [ 229v] de questo et de quanto ve havimo comisso particularmente et chiaramente. Et circa al facto de Sanctino non recordamo questo per alcuno nostro acunzo, se non per ben et cauteza d'esso illustre signor lo duxe, perché non habia casone de pigliare altro partito che havesse a fare contra la segnoria sua nì entendemo faza in questo lo parere suo. Mediolani, die vi novembris 1450.