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833. Francesco Sforza a Vincenzo Amidani, Astorgio Agnesi e Niccolò V 1450 novembre 10 Milano

Francesco Sforza vuole che Vincenzo Amidani si impegni perché cessi la rappresaglia dei perugini contro gli uomini di Santa Fiora e ne perori la conclusione presso il pontefice Niccolò V, avvalendosi a supporto di Astorgio Agnesi, cardinale di Benevento.

[ 237v] Vincentio de Amidanis.
La magnifica nostra cugnata contessa de Sanctafiore, mogliera del magnifico Boso, nostro fratello, manda lì uno suo fidato exibitore dela presente a supplicare ala sanctità de nostro Signore per la revocatione de certa represaglia concessa per la felice memoria de sanctissimo papa Eugenio et deinde confirmata per la sanctità de nostro Signore presente a perusini contra li homini soi de Sanctafiore per casone de certa robaria de pecore et altre bestie facta dal'una parte al'altra sul territorio senese fino al tempo che Nicolò Piccinino campezava in quelle parte, per la quale represaglia sequene infiniti damni a quelli poveri homeni de Sancta Fiore, perché da essi perusini non solamente se tractano male in la robba, ma sonno menati via per presoni, come se fra loro fusse guerra bandita, el che crediamo non sia mente dela sanctità soa. Et perché havemo ordinato ch'el decto messo fidato dela contessa habia prima recorso dal reverendissimo monsignore de Benivento (1) et da ti, n'è parso de scriverti la presente et recommendarti questo facto et cossì te lo recommandiamo et volimo che, intendendo da luy come passò el facto d'essa robaria, facci ogni opera et instantia presso la sanctità soa et esso monsignore et ove serà expediente che li poveri homini de Sanctafiore non siano gravati contra el debito, immo sia revocata la concessione dela dicta represaglia, essendo cossì come n'è dato ad intendere, cioè che essi perusini sopra el senese prima havesseno robato el bestiame de quelli de Sancta Fiore. Et circa de ciò non dicemo altro, perché intendirà la cosa più chiaramente per relatione del decto messo et per lettere del dicto Boso, ma ben te avisamo che ogni bona provisione et votiva expeditione se farà al dicto messo ne serà gratissima. Et perché el dicto messo etiandio te informerà de una differentia vertente tra essa contessa et Angelo da Sala per la possessione de Castelfranco, te commectiamo che etiandio in questo facto gli sii favorevole et fazi tucto quello te serà possibile per obtenimento del suo desiderio. Mediolani, x novembris 1450.
Cichus.
In simili forma, mutatis mutandis, scriptum fuit infrascriptis, reservata tamen ipsis ultima particula de differentia possessionis Castri Franchi, videlicet:
sanctissimo domino nostro pape et
reverendissimo domino cardinali Beniventano.


(1) Si tratta del cardinale Astorgio Agnesi (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 672).