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842. Francesco Sforza a Giacomo Borromeo 1450 novembre 13 Milano

Francesco Sforza comunica a Giacomo Borromeo, vescovo di Pavia, di avere inteso da Stefano Fazardi, suo avvocato, che dovrebbe riconoscere la cognata di Franchino, con cui il vescovo è in lite: cerchi quindi di porre fine alla controversia.

Episcopo Papie (1).
Desiderando nuy de vedere expedita la causa quale Franchino nostro ha cum vuy, scrissemo li dì passati a misser Stefano Fazardo, vostro advocato et informato dela cosa, che ne volese avisare del parere suo circa quello facto et se cum honestà la paternità vostra li possene compiacere. È accaduto de presente el dicto misser Stefano essere venuto qui et habbiamo parlato cum esso, qual ne dice et afferma che per la iusticia posseti et doveti recognoscere la cognata d'esso Franchino. Pertanto ve confortiamo quanto più strectamente possiamo et possimo che, sando la cosa dela natura che è dicto, ve piaza de mettergli fine et de avisarne del'ordine haveriti preso per expedicione de questo facto, ad ciò ne possiamo avisare Franchino, qual haveriti apparechiato ad ogni vostro acconzo, de che pensati et habiati per fermo ne fareti cosa gratissima, che asay crediamo intendiate quello merita Franchino cum nuy, che in maior cosa gli vorremo compiacere. Mediolani, xiii novembris 1450.
Iohannes de Ulesis.


(1) Si tratta del vescovo Giacomo Borromeo (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 801).