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888. Francesco Sforza a Fermo Landriani 1450 novembre 17 Milano

Francesco Sforza avverte Fermo Landriani, castellano delle torrette di Trezzo sull'Adda, che solo lui deve utilizzare il burchiello a sua disposizione, in modo che di notte non vengano portate biade e altro in terra veneziana.

Firmo de Landriano, castellano turrectarum Tricii.
Noy havemo ordinato et commandato al nostro capitaneo del Severo (1) che non lassi passare biava alcuna per Martesana senza nostra licentia et questo habiamo facto ad ciò che biava né veruna altra cosa se possa condure dellà d'Adda in le terre de venitiani, perché siamo più che certificati che ogni dì si gline conduce in grande quantità. Et perché siamo avisati che alcuni vostri passano biava et altre cose con uno burchiello quale tenete lì de nocte tempo, la qual cosa retorna in grave danno dele intrate nostre, rendendovi noy imperò certissimi che voy de questo non ne sapete niente, perché non lo comportarestivo, più per togliere via questi suspecti et per togliere questo incarico dale spalle vostre volimo che voy, nisuna altra persona, debia usare dicto vostro burchiello in passare gente né veruna altra cosa de qua né de là d'Adda, excepto si non fusse per qualche cosa importante al stato nostro et non altamente, perché li vostri possono passare al porto quale tene lì quelli nobili castellani (2) et voy vi possite fornire dele cose ve bisognono per lo dicto porto. Et alli captivi se torrà la via de damnificare le nostre intrate. Mediolani, xvii novembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Antonio Raimondi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 201).
(2) Identificati come Riccardo, Bonifacio e Roberto Villani (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 222).