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110. Francesco Sforza a Giovanni di Monferrato 1450 ottobre 21 Milano

Francesco Sforza richiede al marchese di Monferrato di dare soddisfazione ad Antonio da Legnano e compagni per il furto di sete, velluto e altro avvenuto nel territorio soggetto al marchese.

Marchioni Montisferrati (1).
Como sa la fraternità vostra, habiamo mandato da essa più volte Aluysio, nostro trombetta, et poy Marcolo Coyro, nostro cancellero, per la satisfatione et restauratione de Antonio da Legnano, cittadino nostro, et soi compagni per le sue sete, velluti et robbe ad essi robbate suso lo territorio, mediate vel immediate, et dominio suo et anchora non ha havuta la satisfatione né la menda del damno receputo, licet la fraternità vostra, come è suo costume, habia sempre dicto de farli satisfare et ultimate ha mandato da noy Zohanne Antonio da Riva, suo cancellero, dicendo che, andando overo mandando lo dicto Antonio dala dicta fraternità vostra, gli farà sempre rasone. El dicto Antonio rechiede la satisfatione del suo damno et deli compagni, allegando luy essere stato robbato sopra lo terreno et dominio dela prefata vostra fraternità. Nuy, per intendere più chiaramente la cosa, habiamo voluto ch'el nostro Consilio habia inteso lo dicto Zohanne Antonio et lo dicto Antonio, quali, et per lo dicto del prenominato et per testimonianze autentice in scripto producte per esso Antonio, trovano la dicta robbaria essere facta sopra lo dominio et territorio vostro et che el decto suo cancellero non sa denegare, immo confessa la dicta robaria essere facta suso lo territorio et dominio d'essa, licet dica essere facta in lo territorio de uno feudatario d'essa, siché lo antedicto Antonio et compagno debeno essere restaurati de rasone, perché, vel sia facta la robario (a) supra territorio vostro mediate vel immediate vel sul territorio de feudatario suo, ad essa vostra fraternità pertene de fare che dicto Antonio et compagni siano restaurati et non siano menati per litigio. Et, perché siamo certissimi che la mente vostra non è altramente che ali decti Antonio et compagni sia facta la restauratione del damno recevuto, la confortiamo et pregamo voglia senza altra dilatione de tempo né preteza né altra exceptione, con effectu realiter, farli satisfare de ogni damno recevuto et supportato per l'antedicta robaria. Il che facendo, como siamo certi farà et sole fare in consimili cose, lo haviremo ad singolare contentamento et bono piacere, et lo dicto Antonio et compagni havirano lo debito suo, como rechiede la rasone, et non havirano casone de digna lamenta, perché, quando non fosseno satisfacti, non porriano de mancho che, rechiedendone rasone per la dicta loro satisfatione d'esso damno recevuto, non glila fessemo in modo che havesseno casone d'essere satisfacti et per questa casone. Et per questa casone (b) de novo mandiamo el prefato Aluysio, trombetta nostro, al quale ve piaza credere circa ciò quanto a noy stessi. Mediolani, xxi octobris 1450.
Cichus.


(a) Così in A.
(b) Così in A.

(1) Giovanni di Monferrato.