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115. Francesco Sforza al vicario vescovile di Piacenza 1450 ottobre 22 Milano

Francesco Sforza chiede al vicario vescovile di Piacenza di collaborare per informare che non si impetri a Roma e altrove benefici senza l'autorizzazione ducale e renda noto che il papa ha disposto che i benefici precedentemente impetrati sono revocati.

[ 26r] Domino vicario domini episcopi Placentie (1).
Ad ciò che vuy et quelli dela vostra diocesi non possati incorrere in errore alcuno, dicemo che nuy havemo facto el decreto che niuno religioso, et sia che voglia, possa impetrare e fare impetrare senza nostra licentia et saputa benefitio alcuno in corte de Roma né altrove. Et cossì fati che dal canto vostro sia mandato ad executione, perché lo simile havemo ordinato in le altre citade, terre et luochi nostri. Et se niuno farà lo contrario non gli serà comportato per modo alcuno. Advisandove anchora che la sanctità de nostro Signore non lo concederia ad niuno, perché anchora la sanctità sua ne ha concesse le bolle che tucti quelli benefitii sonno stati impetrati da qui in dreto siano revocati ad chi sonno stati concessi. Et advisatene dela recevuta de questa nostra lettera. Data Mediolani, xxii octobris MCCCCL.
Cichus.


(1) Si tratta del vescovo Nicolò Amidani (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 746).