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123. Francesco Sforza a Domenico da Vertova 1450 ottobre 23 Milano

Francesco Sforza chiede a Domenico da Vertova in Cremona trecento ducati d'oro, dei quali si rifarà a suo piacere sulle entrate di Cremona dei mesi di marzo, aprile e maggio futuri.

Domenico de Vertua in Cremona.
Per alcuni nostri bisogni quali ne incombano de presente siamo strecti rechedere el tuo servitio, del quale se rendemo certi non mancharay per la fidelità et devotione porti verso de nuy, como non è manchato per lo passato, secondo altra volta per effecto havemo cognosciuto. Il perché te rechedemo et quanto potemo carichamo che ne vogli subvenire in presto de ducati trecento d'oro. Et, subito havuta questa, numerarli al thexaurario nostro de quella nostra cità (1), el quale ne ha disponere secondo l'ordine ha da nuy. Et per la restitutione et satisfatione tua de essi dinari siamo contenti et per le presente te concedemo che tu prehendi l'assignatione de quelli sopra l'entrate nostre dela dicta cità in li mesi de marzo, aprile et mazo del'anno proxino avenire, come meglio te parerà. Circha la qual cosa habbi intelligentia con el referendario nostro lì (2), al quale habiamo facto ordinare che exequisca questa nostra intentione, in modo che vegni essere cauto del facto tuo, facendote ben certo che questo te promettiamo serà observato infalanter et atteso. Per la qual cosa de novo te caricamo che non vogli denegare questo tuo secorso al presente nostro bisogno et fa come siamo certi debbi fare, del che, ultra el commodo ne farà, prehenderemo etiandio de ti gram piacere. Et dela receptione de questa, et come faray, vogline subito advisare. Mediolani, die xxiii octobris 1450.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(1) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).
(2) Identificato come Giovanni Ceno da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 411).