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124. Francesco Sforza al capitano del divieto dell'Oltrepo pavese 1450 ottobre 24 Milano

Francesco Sforza dice al capitano del divieto dell'Oltrepo. pavese di non preoccuparsi di dargli una nota scritta dei cavalli e uomini del fratello Bosio. Vuole poi che, se dovutogli, Todeschino abbia dal podestà di Retorbido quanto gli spetta.

[ 28r] Capitaneo devetus Papie ultra Padum (1).
Perché da Bosso, nostro fratello (2), quale è venuto qui da nuy, havemo habuto informatione deli cavalli et boche dela famiglia sua, siamo contenti et te commetiamo non te impazi deli suoi, zoè in torli in scripto, ma li altri ne mandi distintamente, come te havemo scripto. Et perché el Todeschino, nostro provisionato presente portatore, ne dice dovere havere alcuni dinari dal potestate de Retorbio (3), come da luy seray informato, volimo, intesa la cosa, provedi in modo che, dovendo luy debitamente havere cosa alcuna dal dicto podestà, sia satisfacto senza dilactione. Data Mediolani, die xxiiii octobris MCCCCL.
Cichus.


(1) La carica non è segnalata da SANTORO, Gli uffici.
(2) Bosio Sforza.
(3) Identificato come Federico Cani (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 349).