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148. Francesco Sforza al capitano del divieto di Alessandria [Rinaldo Testagrossa] 1450 ottobre 28 Milano

Francesco Sforza informa il capitano del divieto di Alessandria di aver concesso agli uomini di Castellazzo Bormida di esportare con il permesso del podestà le loro biade dove vogliono, purché non in eccessiva quantità né in luoghi dove vi sia danno per le entrate e la sicurezza ducale.

32r Capitanio devetus Alexandrie presenti et futuro (1).
Dilecte noster, perché havemo conceduto per capitolo ali nostri homini dal Castellazo che con licentia del loro potestà (2) possano menar le lor biade donde vogliano, impertanto volemo et per questa te dicemo glile lasse menare al lor modo, con licentia del dicto potestà et servata la forma del dicto capitolo, havendo perzò diligentia, cura et advertentia le dicte biade non vadano in loco sia preiudicio ale intrate né alo stato nostro né anche se ne cavasse sì gran quantità che se venisse a desfornire la terra, per modo che li homini de quella et li nostri soldati ne portassero desasio et non ne potessero havere. Et in questo habi bona cura, studio et diligentia. Data Mediolani, die xxviii octobris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Rinaldo Testagrossa da Fermo (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 540).
(2) Identificato come Gerardo Donni da Rivanazzano (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 541).