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170. Francesco Sforza a Galeotto Ratti 1450 ottobre 31 Milano

Francesco Sforza scrive a Galeotto Ratti di liberare Giovanni Maria da Casale, ingiustamente accusato della morte di Bartolomeo, figliastro di Morello da Parma. Prende atto che si sia gridato ducha ducha e Sforza Sforza e non marcho marcho.

Domino Galeoto Ratto.
Havemo veduto per vostra littera la examinacione haveti facta ad Iohanne Maria da Cassale et cossì deli testimonii have dati l'altra parte per la imputacione contra de lui facta per la morte de Bartholomeo, figliastro de misser Morello da Parma, per le quale examinacione vui non trovati ch'el dicto Zohanne Maria sia colpevele della dicta morte, como appare per essa vostra littera. Et cossì ancora che vuy non trovati che susso la torre del Rinza sia stato gridato Marcho Marcho, secondo n'era stato dicto, ma ch'è trovato tutto lo contrario, che era stato cridato ducha ducha et Sforza Sforza. Per la qual cossa, essendo cossì cossì (a) como vui ne scriveti, siamo contenti et volemo debiati relaxare dicto Zohanne Maria, cassando ogni processo e scripture che sopra de ciò fossero facte, facendo avissata et chiara l'altra parte che se lamentava de lui de queste cosse, ad ciò che may per alcuno tempo non se possa gravare iustamente. Mediolani, die ultimo octobris 1450.
Cichus.


(a) Così in A.