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218. Francesco Sforza al podestà di Cantù 1450 novembre 6 Milano

Francesco Sforza impone al podestà di Cantù di pagare gli arretrati al suo predecessore, Antonio da Novi, che con quei denari salderà il debito con la Camera ducale.

[ 45v] Potestati Canturii (1).
Miser Antonio da Novi (2), tuo antecessore in quello officio, dice restare creditore de quella comunità de certi denari per casone del suo salario et mai non haverlo possuto consequire, licet siano pasati alcuni termini in li quali haviano promesso de satisfarli, et rechiede vogliamo provedere alla restitutione soa, acioché luy etiamdio possa satisfare la Camera nostra de certi denari alluy rechiesti. Et, perché la richiesta sua è honestissima et, essendo luy nostro podestà de Mortara (3), non poterà si non con suo grandissimo sconzo stare absente da quello officio, vi commectiamo et volimo che omnino gli sia satisfacto in integrum de quello deve havere, usando in questo bona diligentia, acioché consegua el suo dovere tanto più presto quanto è menato più a longo per lo passato. Mediolani, vi novembris 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 206, ma dal 1451).
(2) Non figura tra gli officiali elencati per Cantù (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 206).
(3) La carica è segnalata da SANTORO (Gli uffici, p. 361), ma Antonio da Novi non compare tra gli officiali di Mortara.