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226. Francesco Sforza al luogotenente [Pietro Tebaldeschi da Norcia] e al podestà di Alessandria 1450 novembre 6 Milano

Francesco Sforza vuole che il luogotenente e il podestà di Alessandria, constata la sussistenza del debito, paghino al marchese Giovanni di Monferrato e al fratello Guglielmo le duemila lire imperiali loro dovute dalla città d'Alessandria.

Domino Petro, locuntenenti (1), et potestati Alexandrie (2).
Li illustri signori marchese de Monferrato (1) et signore Guielmo, suo fratello, ne ha facto dire che restano ad havere da quella comunità nostra de Alexandria libre duo milia de imperiali, cioè 2000, et facto pregare glili facciamo pagare. Il perché dicemo che vi dobiate diligentenente informare se cossì è et, retrovando che dicta comunità sia debitrice d'essi denari, volimo che provedati sia alli prefati signori facto el suo debito pagamento et satisfacto integramente, come vole el debito, la rasone e l'honestà, avisandovi che nostra intentione è che li siano facte integramente le rasone sue et el devere suo. Circa la qual cosa darite piena fede a Marcholo Coyro, nostro cancellero, exibitore dela presente, quale è pienamente informato dela mente nostra circa ciò. Mediolani, vi novembris 1450.
Cichus.


(1) Si tratta di Pietro Tebaldeschi da Norcia.
(2) Identificato come Bartolomeo Porro: la nomina e l'inizio della carica (1450 novembre 15) sono tuttavia successivi alla missiva registrata (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 528).
(3) Giovanni di Monferrato.