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255. Francesco Sforza a Giovanni Caimi 1450 novembre 11 Milano

Francesco Sforza, avuta notizia che sei o sette imbarcazioni con biade sono arrivate a Pizzighettone, dà disposizione a Giovanni Caimi di non chiedere a Cerreto licenza di passaggi a Giacomo Antonio Marcello.

[ 52v] Iohanni de Caymis (a).
Secondo sentimo lì a Pizchetone sonno arivate circa sei o septe navi cum biadi quale dubitano venire suso, per rispecto de Cerreto, senza licentia de miser Iacomo Antonio. Et perché ne pare, per ordine et parere del Consiglio nostro, de non consentire a pigliare tale licentie in preiudicio dele rasone nostre, perché Cerreto è de quello de Lode et Crema non ha a fare cosa alcuna cum lo lodesano et de ciò ne appareno auctentiche rasone, non intendimo che alcuno deli dicti conductori debiano cercare né havere dicte licentie, per non preiudicare, como è dicto, alle nostre rasone. Il perché te dicemo che debbi mandare su dicte nave saltim per fino ad Castigliono o alquanto de sopra, in luoco che aconzamente et salvamente se possano fermare, et mandali uno tuo fidato et scorto una con quello manderà Fuschino et intenditene con quello de Fuschino et mandali tucti doy con dicte nave. Ma da luoco de Castiglione, dove sarano fermate, se mandi de lì inanti una nave sola et mandati quelli de Brunazo da Cremona. Et passando liberamente el luoco de Cerreto senza impedimento, mandise le altre ad una o doi ala volta, per modo che, quando pure cercasseno arestarle, non possano arestare più che una o doy al più ala volta. Et passando senza impedimento tucte, in nomine Domini, et siando arrestata nave alcuna, vogli fare restare le altre, che non passino, et avisateci subito como sarà sequito, perché li provediremo opportunamente. Et perché intendimo che quelli de Antonio Trecho et non sapemo chi altri hanno la licentia havuta, le quale volimo cerchi cautamente de haverli nele mane et toglilile, per modo non le possano vetare, perché non habiano casone de usarle. Et a questo habiati bona advertentia et sagacitate. Ex Mediolano, xi novembris 1450.
Cichus.


(a) Iohanni de Caymis precede domino Pasquali depennato con tratto di penna.