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279. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo 1450 novembre 17 Milano

Francesco Sforza ordina a Gracino da Pescarolo di prendere Giacomino Della Chiesa e Catino, portuario di Bastida de' Dossi, che hanno favorito un tedesco a passare al di qua del Ticino, e di metterli a confronto con lo stesso tedesco, che è nelle mani di Sceva de Curte. Non si rilasci nessuno a insaputa del duca.

Gracino de Piscarola.
Siamo certificati che Iacobino dala Chiesa et el Catino, portuario del porto di Dossi, in absentia et contra voluntà delo officiale hanno passato per uno paro de calce uno tedesco, qual era fugito da Zenoa, perché in uno lecto al canto de luy gli era morto uno suo compagno de peste, et ulterius gli hano concesso uno bolatino de passare de qua da Ticino. Et perché questa loro presumpcione n'è exosa quanto dire se possa né la volemo tollerare, perché, sì como hanno facto questa, cossì è verisimile ne habiano facte del'altre et ne porriano fare per l'avenire in comettere frossamenti de sale et altri inconvenienti in preiudicio del'intrate et stato nostro, te comettemo et volimo che tegni ogni modo e via per havere in le mano li dicti portuarii. Et mettendoli a faza a faza con el todesco, qual è al guazatorio in le mane de misser Sceva de Corte, qual ne disponerà como tu rehederay et vorai, vede intendere como è passata la cossa. Et de tutto ne avisi, retinendo li dicti portuarii et non relaxandoli senza nostra saputa. Mediolani, die suprascripta.
Cichus.