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280. Francesco Sforza a Bartolomeo Folchini e Alessandro Castiglioni 1450 novembre 18 Milano

Francesco Sforza rimprovera Alessandro Castiglioni e Bartolomeo Folchini, rispettivamente referendario e tesoriere di Parma, per non avere ancora dato ai signori di Correggio l'assegnazione fatta loro, mentendo anche sulla disponibilità delle entrate cittadine: hanno infatto affermato che sono già tutte consumate fino all'anno successivo, ma i Maestri delle entrate negano sia così. Il duca ordina quindi di provvedere ai pagamenti dovuti.

Referendario (1) et thexaurario Parme (2).
Como doveti sapere, per più nostre littere ve havimo scripto che satisfacesevo ali magnifici signori da Correza deli dinari dele assignacione gli havimo facte sul'intrate de quella nostra cità. Et segondo havimo inteso cusì da essi signori da Correza, como da suoy cancelleri et mesi, non è facto niente. Del che ne meravigliamo et tanto più che sentimo vuy avergli resposto che tute l'intrante de quella nostra cità, così del'anno presente como de parte de quello che veni, sonno consumate, del che, maravigliandosene, lo havemo facto dire ali Maystri del'intrate nostre, qualli dicono non essere vero. Volimo adoncha che, remosta ogni excepcione, senza replicacione d'altre nostre littere, attendiate ala total satisfatione dela dicta assignatione. Et perché [ 59v] dovere havere in questo presente mese per vigore dele dicte sue assignacione de libre mille d'imperiali et in lo mese avenire libre duomillia et più, vedeti se cussì è: et trovando essere cossì, fatelli el suo integro pagamento, in modo che né loro habianno cagione lamentarse né nuy habiamo più cagione de scriverve sopra ciò. Data Mediolani, die xviii novembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Alessandro Castiglioni (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 462).
(2) Identificato come Bartolomeo Folchini (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 464).