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344. Francesco Sforza a Benedetto Schiti e alla comunità di Casalmaggiore 1450 novembre 24 Milano

Francesco Sforza ordina a Benedetto Schiti, podestà di Casalmaggiore, e agli uomini della stessa località di dare casa e masserizie al famiglio ducale Marino da Servigliano e di fornire strame per cinque cavalli. Si provveda inoltre al vivere suo secondo quanto ordineranno Giovanni Ceno da Varese e Antonio Trecco, rispettivamente referendario e tesoriere di Cremona, i quali li rifonderanno dei soldi spesi.

[ 73r] Potestati (1) et hominibus Casalis Maioris.
Havemo ordinato che Marino da Servigliano, nostro fameglio, debia alogiare in quella nostra terra, dove è stato alogiato perfina adesso, el che facemo voluntera, perché habia ad provedere che per quelli soldati nostri alogiate lì et in quelle parte non sia facto molestia né oltragio alcuno a quelli nostri homini, al qual havimo ordinato sia provisto per lo vivere suo suxo le intracte nostre da Cremona. Pertanto volimo li habiate a provedere quanto al vivere suo predicto, como ordinarano lo referendario (2) et texaurario nostro de Cremona (3), ali quali havemo scripto, pagandovi loro tutto quello li haveriti a dare delli denari delle dicte intracte nostre. Ma bem volemo che vuy li provediati de casa et de massaricia, de casa et de strame per cinque cavalli et secondo che dispone li ordini nostri. Circha la qual cosa volimo non debiate manchare per cosa alcuna. Data Mediolani, xxiiii novembris 1450.
Iohannes.


(1) Identificato come Benedetto Schiti (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 435).
(2) Identificato come Giovanni Ceno da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 411).
(3) Identificato come Antonio Trecco (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 412).