Registro n. 3 precedente | 361 di 801 | successivo

361. Francesco Sforza ad Ambrogio Crivelli 1450 novembre 27 Milano

Francesco Sforza dice ad Ambrogio Crivelli, podestà di Varese, di non comprendere le lamentele per l'arrivo di Mambrino, perché è stato inviato appunto per riscuotere i soldi che consentiranno di liberarli dalla gente d'arme. Neppure comprende perché si lagnino per la riscossione dei 700 ducati: l'offerta fatta era stata molto maggiore.

Potestati Varisii (1).
Havemo havuto la vostra littera et inteso quello ne scriveti del facto de Mambrino, qual havemo mandato là per scotere quilli dinari assignati a quelle gente d'arme, de che quilli homini se gravano, et cetera. Unde respondendo, ve dicemo che a nuy pare quilli homini non habiano casone de gravarse, anci piutosto de esserne contenti, perché, essendo lì Mambrino per questo facto, li denari se scoderano tanto più presto et quanto più presto siano scosi tanto più tosto se levarano le gente d'arme de là. Et piacene del'ordine hay preso col dicto Mambrino nel scodere questi dinari, aciò quilli homini non habiano casone de gravarse. [ 76r] Ala parte de quilli homini se gravano sborsare li VII C ducati, ve dicemo che ne maravigliamo ancora de questo, perché doveti ben sapere la proferta no fo facta fo molto maiore de ducati setecento, siché confortati quilli homini a stare pacienti et contenti de setecento, perché cossì gli havimo assignati, cioè seycento da fir dati como sapiti, l'altri cento volimo siano dati a Mambrino, che li darà a Iohanne de Sipione. Et questa è la volontà nostra, la qual provedeti provedeti per quello modo et via par a vui sia exequita, per modo non habiamo più lamenta. L'altri poi se scodeseno ultra li dicti setocento ducati siamo contenti restano per supplire alli bisogni dela comunità. Et facti in modo non ne bisogna repligare più questo facto, perché nuy non ne gravaremo se non de vuy. Mediolani, xxvii novembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Ambrogio Crivelli (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 218).