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362. Francesco Sforza al comune, ai consoli e alla comunità di Busto Arsizio 1450 novembre 27 Milano

Francesco Sforza scrive al comune, ai consoli e agli uomini di Busto Arsizio che non hanno motivo di lagnarsi.

Comuni, consulibus et hominibus Busti Arsitii.
Havemo recevuto la vostra littera et inteso quello ne scriviti. Restamo del tuto avisato et ve respondemo: ala prima parte, dove ve gravati, che vui non haviti casone de gravarve, perché non l'havemo nuy mandato là per togliere la iurisdicione del vostro podestà (1), anci l'havemo mandato là aciò li dinari habiano ad rescoderse più presto, siché ne pare habiati piutosto ad essere contenti che nuy l'habiamo mandato che altramente, perché quanto più presto se scoderano li denari, tanto più presto se leverano le gente de lì. Siché de questo non haveti casone de gravarve, ma piutosto esserne contenti. Al'altre parte non ve dicemo altro, perché el podestà de Varese (2), qual fo qui da nuy, scrivemo la voluntà nostra. Mediolani, xxvii novembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Guidino Lampugnani (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 199).
(2) Identificato come Ambrogio Crivelli (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 218).