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453. Francesco Sforza al podestà e alla comunità di Castelleone 1450 dicembre 8 Milano

Francesco Sforza scrive al podestà e agli uomini di Castelleone di aver preso atto dei condannabili comportamenti dei soldati presso loro sistemati. Vuole che il podestà esamini sia il ragazzo di Sagramoro Visconti sia il famiglio di Stefano Ungaro, informandolo degli avvenimenti.

[ 93v] Potestati (1) et hominibus Castrileonis.
Havemo inteso quanto scriveti delli delicti ogni dì se commecteno per quelli soldati in quella nostra terra, la qual cosa grandemente ne recresse che cussì facciano et turba assay la mente nostra et è totalmente contro la intencione et voluntà nostra. Et perché novamente è occorso haveti preso quello ragazo dello strenuo messer Sagramoro (2) et quello fameglio de Stefano Ungaro, dicemo che ti, podestà, hay facto bene fare como hay et servare quelli modi hay servati et piacene et volemo, aciò simili inconvenienti non passeno cussì impuniti, sianno examinati diligentemente l'uno e l'altro, et del presente et del passato, secondo el debito et el iusto. Et che siamo avisati et informati della verità et como la cosa è passata. Et cussì vogli fare ti, podestà, per ogni modo con advertentia et prudentia per savere el vero. Data Mediolani, viii decembris 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 429, a partire dal 1451 febbraio 1 con Galeazzo Castiglioni).
(2) Si tratta di Sagramoro Visconti.