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464. Francesco Sforza al vicario dell'ordine dei Predicatori e ad Astorgio Agnesi 1450 dicembre 7 Milano

Francesco Sforza chiede al vicario dell'ordine dei Predicatori di restituire al convento di Sant'Eustorgio e rimettere nei suoi beni e nel grado dovutogli il frate Paolo Lampugnani, suo cappellano. Egli è stato ingiustamente imprigionato e maltrattato sotto la falsa accusa di avere causato la detenzione del provinciale domenicano di Pavia.

Domino vicario ordinis Predicatorum.
Per una imputacione facta al tempo della libertà de questa nostra città falsamente et contra ogni iusticia al venerabile frate Polo da Lampugnano, nostro cappellano del'ordine de Predicatori in lo convento de Sancto Eustorchio qui, ch'el devesse essere stato casone dela detencione del suo provinciale in la città nostra de Pavia et havere commesse alcune altre cose contra el stato d'essa libertà, el dicto fra Polo fo destenuto et inhumanamente tractato et tandem caziato dal convento et totogli ogni cosa nì may da poy in qua è possuto intrare in casa et havere le cose soe, quantuncha per noy non sia manchato in scrivere et fare ogni cosa possibile. Et perché non è digna cosa ch'el dicto fra Polo danno de quello che non ha colpa et noy testificamo non essere vero quello de che il fo imputato, confortiamo et pregamo la paternità vostra ve piaza provedere et ordinare ch'el dicto fra Polo et per la iusticia et per nostra contemplacione sia remisso al convento et cella soa et restituito a gratia et pristini honori et in quello stato e grado che lo era denanzi la dicta imputacione et etiamdio gli sianno interamente restituite tutte le cose gli forono tolti, como è debito. Dela qual cosa essa vostra paternità ne farà grandissimo piacere et contentamento. Apparichiati ad tutti li vostri piaceri. Data Mediolani, vii decembris MCCCCL.
Franciscusforcia Vicecomes, dux Mediolani, et cetera.
Cichus.
In simili forma, mutatis mutandis, domino cardinali Beniventano (1), quod instet et opperetur, et cetera.


(1) Si tratta del cardinale Astorgio Agnesi (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 672).