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485. Francesco Sforza al castellano di Binasco e a Menichello e Nicolino Signori 1450 dicembre 8 Milano

Francesco Sforza avverte il castellano di binasco, Menichello e Nicolino Signori che arriverà il vescovo di Mantova per parlare con Carlo Gonzaga: gli incontri devono sempre avvenire alla loro presenza. Quando Battaglino si trova con Carlo, vi siano sempre due di loro, che a loro volta non possono mai singolarmente parlare con il Gonzaga.

Castellano Binaschi (1), necnon Menichello et Nicolio Signoro.
El vene là el reverendo padre miser lo vescovo de Mantua (2), imbassatore del'illustre signor marchese de Mantua, per parlare al signor miser Carlo (3). Pertanto siamo contenti che luy con un altro deli suoy lassati parlare al dicto signor miser Carlo, ma in vostra presentia et tamen salvati quella honestà cum lo predicto vescovo et reverentia ve sia possibile, facendoli grata acoglientia et honore. S'el volesse parlare più che una volta, per doe fiade siamo contenti.
Ulterius volimo che continuo sia uno de voy et uno camorero cum miser Carlo et che Bactaglino non possa essere solo cum luy che non gli siano doy de voy et che nisuno de voy né deli camoreri possa parlare solo al dicto signor miser Carlo che non gli sia doy altri de voy: et questo ordine observati dì et nocte. Et guardati quanto li ochi vostri dicto miser Carlo, perché non potria essere de più importantia ch'el sia. Et mandiamo lì Zannone da Strata, nostro camorero, aciò sia inseme con voy ala dicta guardia. Mediolani, viii decembris 1450.
Cichus.


(1) La carica di castellano di Binasco era esercitata dai fratelli Angelo, Giacomo e Giovanni Contuzzi da Assisi (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 610).
(2) Si tratta del vescovo Galeazzo Cavriani (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 794).
(3) Carlo Gonzaga.