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487. Francesco Sforza a Galeotto Ratti 1450 dicembre 12 Lodi

Francesco Sforza fa sapere a Galeotto Ratti di aver disposto di ritirare le patente concesse al padre e al cognato di Santino da Riva, conestabile ducale, con cui si esortavano i creditori a pazientare per i pagamenti: fissa invece un termine per risolvere le pendenze.

[ 101r] Domino Galeotto Ratto.
Più dì sono et mesi ad requisicione et priegi del strenuo Santino da Riva, connestabile, concedemo ad uno magistro Zohanne, suo cognato, et al padre de epso Santino certe nostre patente, per le quale exortavamo i creditori de Santino ad havere pacientia per poci dì, finché Santino venirà de qua et concordavese cum loro. Et per questo commandavamo alli officiali nostri non procedesse né contra epso Santino né soe cose, promesse, fideiuxori et expromissuri o altramente se chiami ad beneplacito nostro, como in quelli de' apparere, intendendo non preiudicare ad persona et che la rasone habbia loco. Volo mò che ad instancia de quelli talli creditori dai quali semmo pregati notifichi et cussì noctificarai alli predicti et a chi spectasse che le nostre patente ad loro concesse gli sono revocate et cussì glile revocamo ex nunc et a loro assignare uno certo termino, iusto, debito et equo, siché sappia la nostra revocacione et annulacione dele dicte lettere et habbia tempo pigliare acordio cum chi debbeno. Et poy faray quanto rasone et iusticia comanda et vole, ad instancia di chi sia la domanda. Data Laude, die xii decembris 1450.