Registro n. 3 precedente | 514 di 801 | successivo

514. Francesco Sforza a Tommaso Tebaldi da Bologna 1450 dicembre 14 Lodi

Francesco Sforza dà a Tommaso Tebaldi da Bologna, dopo aver sentito gli ambasciatori di Como, varie disposizioni. Circa il sussidio di 5500 fiorini, dei quali restano da versarne 1000, ordina che chi ha pagato la propria quota null'altro deve versare; da chi, invece, è moroso l'esattore prenda se non quello debitamente debbe havere. Per quelli di Torno, che Como vorrebbe compartecipi al contributo, si osservi il compartito vegio. Infine per il pagamento del salario del procuratore fiscale fa testo quanto si praticava sotto Filippo Maria Visconti.

Thome de Bononia.
Sonno stati qui da nuy due ambasatori per parte de quella nostra comunità et ne hanno cum instancia richesto vogliamo provedere che la moderacione ultimamente facta fra loro citadini, in presentia et de tuo consentimento, circa el subsidio de fiorini cinquimilia cinquicento, qual è taxato ad essa comunità, habia loco per bene de tuti loro cittadini. Vogliamo etiandio provedere che quilli haverano pagato la sua parte del dicto subsidio nel termine limitato non siano gravati per spese deli exactori; et ancora quilli non haverano pagato non siano gravati ultra lo dovere perché el dicto exactore sia casso, et ch'el resto del dicto subsidio, qualli dicano essere circa mille fiorini, se scoda per altri officiali, qualli deputarai sopra ciò, per manco loro spesa. Ulterius ne hanno rechesto vogliamo provedere che quilli da Torno contribuiscono seco ala rata del dicto subsidio, segondo li compartiti vegi, per molte rasone quale alegano: et ch'el salario del procuratore fiscale sia pagato per mità dele condemnacione dela Camera nostra, et per l'altra mità dele condemnacione pertinente a quella comunità. Ale qualle tute [ 107v] parte havimo resposto quanto n'è parso et nel modo quale retornando loro referirano. Nondimancho, acioché tu ancora sii informato del tuto, dicemo così per compiacere ala dicta comunità che siamo contenti se observi la dicta moderatione segonda, parendote che la sia facta equalmente, et che per essa non se vegna a retardare el pagamento del dicto subsidio, remetendo ala discretione tua che faci in questo come te pare purché quilli a chi sono assignati li dicti dinari li conseguano presto. Ala parte delo exactore, ne pare honesto che qualucha habia pagato nel termino limitato el dicto subsidio non debia essere gravato dela spesa delo exactore. Et così volimo exequsti. Provedi etiandio che a qualunca non avesse pagato in termino non sia tolto per lo dicto exactore se non quello che debitamente debbe havere. Et perché non restano a pagare se non circa mile fiorini del dicto subsidio, como dicono essi ambasatori, siamo contenti et volimo, per levargli la spesa e compiacere ad essa comunità, che revochi dicto exactore, non lo lasi più impazare del dicto subsidio, et quello resta a pagare lo faci scodere per altri officiali in la forma parerà a ti che se scoda presto. Circa el facto de quelli da Torno, qualli pretendono dovere contribuire seco et pagare di undeci l'uno, te competiamo et volimo te informi diligentemente del compartito vegio, e como solevano pagare e quanto per lo passato. Et trovando che gli sia taxato el dovere, provede che paghino la rata sua maxime per le rasone qualle alegano li dicti ambasatori. Quanto ala parte del procuratore fiscale, volemo te informi como l'era pagato del suo salario al tempo del'illustre quondam signore duca passato, et trovando ch'el fosse pagato, como dicono loro ambassatori, cioè per mità dele condemnacione dela Camera nostra, et per l'altra mità dele condemnacione pertinente ad essa comunità, ordina ch'el ne sia mandata la littera del dicto procuratore, perché la faremo refare como se convene. Laude, xiiii decembris 1450.
Cichus.