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544. Francesco Sforza ad Aimo Marliani 1450 dicembre 17 Lodi

Francesco Sforza obietta ad Aimo Marliani, podestà di Melzo, che la richiesta da lui fatta agli uomini di Pioltello di partecipare alla tassa dei cavalli, non è, come da lui detto, per duecento bestie, ma per centosei.

[ 113v] Aymo da Marliano, potestati Melcii.
Li homini da Pioltelo ne dicono che tu gli voli constrengere che paghino ad quelli nostri soldati sonno allogiati nel vicariato da Melzo, per la ratta parte loro ad rasone de taxa de cavalli ducenti per lo tempo passato; dela qual cosa ne maravigliamo, perché sempre noy te havimo scripto che facessi provedere ad quelli nostri homini d'arme de strame solamente per li cavalli vivi li quali per la discrecione havemo facta fare, trovamo sonno in tucti cavalli centosey vivi et non più. Et pertanto volemo che tu fazi dare ad quelli nostri homini d'arme et cussì ad Alexandro Vesconte, nel dicto vicariato da Melzo, a ciaschaduno per la ratta parte soa delli cavalli vivi che hanno, stramo ad bastanza per li loro cavalli et non altro. La qual comparticione vole esser in tutto de cavalli centosey. Et cussì volemo che alli dicti nostri homini da Pioltello, per la ratta gli tocharà delli dicti centosey cavalli, gli faciati fare loro debito alli dicti nostri homini d'arme. Et de questo fa per modo che non n'habiamo più querella. Laude, xvii decembris 1450.
Cichus.