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591. Francesco Sforza al podestà di Milano 1450 dicembre 22 Lodi

Francesco Sforza dice al podestà di Milano che, pur dispiaciuto per quanto capitato alla sua famiglia a Porta Renza, non condivide in tutto l'atteggiamento da lui avuto nel porre alla corda delle persone che pur nondimeno per le cose passate ne bisogna havere delli respecti.

[ 122v] Potestati Mediolani.
Poso heri recevessimo la vostra lettera del caso occorso alla famiglia vostra in Porta Renza, del qual havemo preso displicentia et non havimo resposto più presto, aspectando sentire cosa più chiara, unde havemo in questo dì recevuta questa lettera, qual ve mandiamo qui inclusa. Et bem crediamo non sia tutto vero quello dice la lettera pur ne pare habbiati facto alquanto contra la mente nostra, perché ne pare che dovevati, prima ponessevo questi alla corda, intendere se era vero quello li vostri ve havevano referto et poy intendere de che condicione et fama erano costoro, item se gli erano nostri servitori, perché, benché la iusticia se debbia ministrare ad ogni omo equalmente, et cossì è nostra intencione, pur nondimeno per le cose passate ne bisogna havere delli respecti, che siammo certi la prudentia vostra debbia comprehendere. Siché molto n'è dispiazuto questo caso, et alla venuta nostra vorimo questa cosa intendere più maturamente. Ceterum ve mandiamo l'originale della inclusa, senza tenerne altra copia per fare più presto, et volimo che subito alla venuta nostra la remettati in mane de Cicho, nostro secretario. Laude, xxii decembris MCCCCL.
Cichus.