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607. Francesco Sforza a consoli, comune e uomini di Castellazzo 1451 gennaio 2 Milano

Francesco Sforza ricorda a consoli, comune e uomini di Castellazzo che Deodato dalla Cerra è famiglio ducale e perciò non può essere gravato in cosa alcuna.

Consulibus comuni et hominibus Castellatii.
Se credevamo che già multi anni passati dovessevo havere saputo et cognosciuto de Deodato dala Cerra è nostro famiglio et dela famiglia nostra de casa, et per questo non vi ne havimo facto altra notitia perché non è bisognato, non siando luy da qua indiretro may stato gravato in cosa alcuna più como l'altri nostri famigli, ma mò, avendo noy sentito non senza admiratione che voy l'havite rechiesto et mostrate volerlo gravare per l'imbottato et altre graveze occurrente lì, ve havimo voluto chiarire de novo ch'el dicto Deodato è dela famiglia nostra. Et volendo intendere sanamente le cose, non doveresti aspectare che vi scrivessimo per li nostri, li quali bene devete per vostra discretione preservare da simili carichi, como quelli che non gli sonno obligati. Fati aduncha che de simili cose non habiamo cagione de scrivervi più, né il dicto Deodato recorra più a noy per questa fazenza, per la quale non dovevate expectare nostre lettere. Mediolani, ii ianuarii 1451.
Cichus.