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613. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza 1451 gennaio 9 Milano

Francesco Sforza dice al fratello Alessandro di portarsi di qua con la sua gente, nel caso non fosse possibile havere logiamento. Tutto ciò faccia cum bona voluntà et licentia de quelli signori florentini.

Domino Alexandro Sforcie.
Havemo veduto quanto ne hay scripto per la toa de dì iii del presente, della richiesta che ti haviano facta quelli signori fiorentini et de quello te haviano mandato a dire puoy per Nicolò Zugni, loro commissario, circha lo facto de Piombino, et cetera. Dicemo como per altre te havimo scripto et maxime per una de dì xxx del passato, ch'è nostra intencione et cossì volimo che, puoy non è possibile quelle nostre gente allogiano dellà, como saria stato lo desiderio nostro, tu ritorni dal canto de qua cum esse gente cum licentia et bono amore delli prefacti signori florentini secondo te havimo scripto, perché nuy non volimo che quelle gente stianno ad consumarsi dal canto dellà, non possendoli havere logiamento, e che le gente se consumassero et havessemo, oltra ciò, la malivolentia de quelli signori. Possendossi stare bene là, cum loro bona voluntà, siamo contenti le gente restiano, caso che non, te ne veni cum le gente, pure cum bona voluntà et licentia de quelli signori florentini, et cetera, cum tale honesto modo che para gli habbiamo serviti et che l'habiamo grato, et cetera. Mediolani, viiii ianuarii 1451.
Cichus.