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7. Francesco Sforza a Bolognino Attendoli 1450 ottobre 6 Milano

Francesco Sforza rimprovera Bolognino Attendoli per la reazione contro Gracino da Pescarolo e il daziere a causa della ritenuta non dovuta di un salario, cui invece furono assoggettati tutti i salariati.

[ 2r] Bolognino de Attendolis.
Per cossa de grandissima importanzia al stato nostro havemo bisogno recuperare alcuni dinari et, siando transcorse tute le vie del'intrate nostre e incalzandoce pur la necessitade et non havendo altra via aciò, havemo deliberato far retenere una paga a tuti li sallariati per potere provedere a quanto ne occore e, siando de ciò scripto per li Maystri nostri del'intrade, non siando più pratiche, non fo reserbato lo salario vostro, como era nostra intencione, de che pare che habiati sostenuti Gracino da Piscarolo et lo daciaro deli cinqui mesi, ali qualli se adimanda li dinari de tre paghe, quantunqua crediamo non sia stato de vostra intencione, la qual cosa cede in nostro non poco mancamento e vostro e posseti ben comprendere, sapendose de fuora tal cosa, ve saria gran carico et biasino a vui et a nuy et dariase materia ad altri de parlare asai. Siché vogliati, recevuta questa, liberarli e per l'avenire non voliati comportare né consentire tal cosa che daria biasmo et mancamento a vui et a nuy. Nui scrivemo a Gracino che voglia prevedere che habiati lo vostro salario senza far retencione a vui, ma vui ancora vediati de tuore quello che si può. La littera scrivemo a Gracino ve la mandamo alligata cum questa. Mediolani, vi octobris 1450.
Cichus.