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91. Francesco Sforza a Giacomo Antonio Marcello 1450 ottobre 19 Milano

Francesco Sforza replica a Giacomo Antonio Marcello, provveditore di Crema, per la richiesta del cavallo di Giovanni da Crema, portato via da Schirinzo da Milano, che si dice non più tenuto a restituire il cavallo di quanto non lo siano i fanti veneziani di Abbadia Cerreto a rendere i più volte richiesti uomini sforzeschi di Lodi e della casa di Sant'Antonio.

Domino Iacobo Antonio Marcello, provvisori Creme.
Intiso quanto ultimatamente ne ha scritto la vostra magnificentia per lo fato del cavalo de misser Zovane da Crema, quale alega havergli menato via Schirinzo da Milano, havimo hauto da nuy esso Schirinzo e invero ce siamo molto indignati cum sì, maxime havendo mandato a tore el salvoconduto per venire là et postea non sia venuto, dicendo luy finalmente che menò via dicto cavalo dapoi che fecimo lo acquisto de Milano e che li fanti da Cerato presero etiandio loro, dapoi el dito aquisto de Milano, deli nostri homini da Lodi et de [ 21r] la casa de Sancto Antonio, et may, non obstante che più volte gli scrivisimo, non gli volsero relasare, anci gli scorsero et vole dire esso Schirinzo, como informa più a pieno la vostra magnificentia Augustino Biancho, quale è stato presente al debato, che non più obbligato luy a rendere el cavalo como volsero lasaro queli fanti de Cereto li nostri homini, che bene se debe recordare la vostra magnificentia che più fiate gli scrisimo per la relasatione deli nostri et may non la potemo obtenere. Siché, siando cusì che menase via el cavalo dapoi lo acquisto de Milano et non havendo li fanti de Cereto relasati li nostri homini, como è pur vero, none pare già pecato mortale se non stringiamo Schirinzo a rendere lo cavalo. Data Mediolani, xviiii octobris MCCCCL.
Cichus.