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101. Francesco Sforza ad Antonio da Esio 1451 gennaio 21 Lodi

Francesco Sforza comunica ad Antonio da Esio, economo dell'abbazia di Chiaravalle della Colomba, che, non riuscendo a soddisfare diversamente suo fratello, condivida con lui la rendita del beneficio dell'abbazia.

Domino Antonio de Esio, icconumo abbacie Claravallis parmensis.
Già più dì fa Baptista, vostro fratello, vene a noy, el qual vedessimo cossì voluntera como quale altro singularissimo et speciale amico habbiamo al mondo. Et, desideroso de fargli qualche bene et dargli qualche amamento, havimo assay pensato fra noy como li possiamo provedere et tandem, avendo facto incantare li officii per duy anni a venire, non vedemo modo che de presente gli possiamo provedere como vorissimo, unde bisogna che della rendita de quello nostro beneficio luy et vuy comunamente ve sustentati fina tanto che a vuy et a luy meglio poteremo provedere, como è nostra intencione. Et, bemché luy habbia recusato assay de non volere tale sustegno et per niuno modo volerli assentire, pure, non avendoli noy altro modo, pigliando segurtà de vuy, volemo et ve confortiamo che de quella vostra rendita vogliatine parteciparne cum esso Baptista fina tanto che a vuy et a luy provideremo meglio, como è nostra intencione, et de presente per questo medesimo nuncio mandarli cinquanta ducati. Et non gli vogliati fare exceptione né contradicione alcuna et ne fariti singolare piacere et noy ce deliberaremo o de fare havere ad voy le bolle de quella abbacia o ve ne farimo havere un'altra et ad esso Baptisto farimo altra provisione. Laude, xxi ianuarii 1451.
Cichus.