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1085. Francesco Sforza al marchese di Monferrato 1451 luglio 6 Cremona

Francesco Sforza sollecita il marchese di Monferrato a mandare ad executione le conclusioni prese dai suoi ambasciatori con il luogotenente sforzesco di Alessandria in connessione con i fatti di Cerro.

[ 243r] Domino marchioni Montis Ferrati.
Havemo recevuto una littera dala signoria vostra circha el facto delle differentie vertente fra li nostri de Annono et quelli da Cerro, et per esse inteso como la prefacta signoria vostra sempre se offerse apparechiata de stare et far stare li soy a rasone, et de ellezere uno quando noy ne ellezessimo uno altro, quali intendesseno, cognoscesseno et terminassine tale differentie. Noy non intendessimo may questa essere la mente et dispositione della signoria vostra, che se l'havessine intesa primo haveressimo mandato el nostro et forse le differentie sariano levate et schandalo non saria seguito, bench'el non sia seguito per nostra casone né etiam da alchuni di nostri, per como la signoria vostra debe havere inteso li vostri dal Cerro et dala Rochetta forono li primi a corere a robbare li nostri sul terreno de Annono; et se li nostri se sono deffessi, hanno facto como faria et debbe fare cadauno a chi l'animo basta, nì era iusto, nì conveniente che, essendo dato sententia per Zorzo de Annono et messer Rafaelo da Busetto in favore di nostri, et etiamdio essendo convenuti el nostro locumtenente de Alexandria et el vostro castellano dal Cerro de expectare certa resposta dalla signoria vostra, circha questa materia, li vostri interim se dovesseno movere a far novità ali nostri, como hanno facto. Or, sia passata la cosa como se voglia, a noy recresse che li vostri habiano dato molestia ali nostri et datogli casone de moversi contra de loro et far quello hanno facto perché el desiderio nostro sempre è stato et è de bem vivere et vicinare con la signoria vostra et che li subditi del'una parte et del'altra vivano in tranquilità et reposso. Et perché in questo dì siamo avisati dal nostro locotenente de Alexandria de certe conclusione facte con li vostri ambasiatori, quali sono stati da luy, de levare le iniurie et le offese de levare le zente d'arme del'una parte et del'altra et de fare certe altre cose conforme al bene vivere insieme, ne havimo preso grandissimo piacere et contentamento per le rasone dicte de sopra; et confortiamo et pregamo la signoria vostra gli piaza ordinare che la dicta conclusione dal canto vostro se mandi ad executione; perché noy etiamdio scrivemo al nostro locotenente che debia far el simile dal canto suo. Et cossì siamo certi farà, certificando essa vostra signoria che se non havessemo cognosuto la iustitia et equità esser dal canto de nostri non haveressimo patito ch'essi [ 243v] nostri fosseno mosti a fare una sola novità contra de vostri. Et acioché la signoria vostra cognoscha el nostro desiderio essere che queste differentie se levino, saremo contenti che la signoria vostra intenda et decida, rendendoce certi che in questo et in ogni altra cosa non farà may se non quello che sia iusto et conveniente alla mutua benivolentia nostra. Cremone, vi iulii 1451.
Cichus.