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109. Gli Anziani e il Gonfaloniere di giustizia di Lucca a Francesco Sforza 1451 gennaio 9 Lucca

Gli Anziani e il Gonfaloniere di giustizia di Lucca, dopo aver ringraziato Francesco Sforza per le sue attenzioni verso la città, gli espongono la loro impossibilità di aderire alla richiesta di suo fratello Alessandro di dare alloggiamento sul territorio lucchese a quattrocento fanti e altrettanti cavalli. Chiedono poi al duca di intervenire perché non si dia stancia sul loro territorio alle truppe di Angelo del Conte, già passate in transito, danneggiando, dirette verso Piombino.

Domino duci Mediolani.
Ricevemo neli giorni proximi littere dela illustrissima vostra signoria per le quali asai habiamo recevuto de conforto et consolacione quando cum tanta efficacia et humanità le cose de questa cità dilligentemente amate et cosi quelle debite regraciationi che se convengano efficacemente ala excellentissima signoria vostra rendiamo. Mandamo alo illustre signor Alexandro (1) quelle littere erano alligate cum le nostre, ale qualle ce fece resposta conveniente ale cagione occorse, dele qualle haveriamo scripto ala ilustrissima signoria vostra. Et, perché la signoria sua ce rechesti de voler stancia in sul nostro terreno de cavalli 400 et altro tanti fanti, pensando ce fose cosa facile a consentirlo, li fecemo scuse necessarie non potere, perché, se la illustrissima signoria vostra ben considera lo stato nostro, la brevità et condicione del nostro terreno et lo scaciamento et fuga che sarebbe deli homini del nostro contado in abandonarlo et la grande necessità habiamo dele [ 41r] victualie, questo non sarebbe altro a dire che perdere lo stato et la libertà nostra et tanto a nichilare la condicione che remarebbe pochissima, pur li par duro acceptare queste nostre scuse. Il perché instantemente supplicamo la excellentissima signoria vostra che ultra lo esser noi excusabili, se digna ad esso dechiarire et etiam confortare li piacia stare tacito et contento a quello che necessità ce astringe né per sì picola cosa quale è lo logiamento predicto noi rimagnamo disfacti che magiori facende che queste siano reservati, che le facultà e persone nostre sempre haremo disposte et apparichiate ponere per lo augumento, conservatione et gloria del stato dela excellentissima signoria vostra et ben ce remetiate ad havere intelligencia cum la excelsa comunità de Fiorenza, perché ad essa ha ad obedire, pur anche ce pare la cura et dilligencia dela illustrissima signoria vostra, la quale provato habiamo et experimentata optima in ogni nostra opportunità et facenda et ben sappiamo quello p fare in questa parte. Preterea degnateve chiarire a dicto illustrissimo signor Alexandro quanto sia de piacere la illustrissima signoria vostra de servarci et etiam augumentarci in le condicione nostre, le quale in verità vostre sonno, et non consentire così ale sue gente discorrere a nostri danni, perché quanto più salvi sarono, tanto potrà la excellentissima signoria vostra haverci più accepti et cari. Li quali, como sapeti, li siamo devotissimi. Luca, viiii ianuarii 1451.
Anciani et Vexillifer iusticie populi et comunis lucani.
Post scripta. Illustrissime princeps, pass per lo territorio nostro Angello del Conte cum bono numero de fanti et alcuni cavalli cum fama de passare verso Piombino et a nostri nel suo passare ha facto de grandi danni et senza alcuno aviso a noi il feci, che ben poteva facene noticia. Or si retrova in sul terreno di fiorentino et domandoci stancia in sul nostro a nostre spese. La qual cosa, non intendiamo che voglia cosa, dà grande turbacione et suspecto a tutta questa cità et fa fare de novi penseri. Pregamo la illustrissima signoria vostra se degni provedere como speramo che da queste molestie et affani et tante turbacione siamo liberati, quantuncha ala excellentissima comunità de Fiorenza de questo sempre et d'altro scriviamo. Et pur se va segutando in queste noye. Luca, x ianuarii 1451.


(1) Alessandro Sforza.