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1095. Francesco Sforza ad Agostino Beccaria 1451 luglio 2 Cremona

Francesco Sforza scrive ad Agostino Beccaria di aver tranquillizzato gli uomini di Tormello, timorosi che, per alcune passate controversie avute con loro, questi si voglia vendicare. Il duca, comunque, li rassicura del suo intervento in caso di molestie della controparte.

Domino Augustino de Bechariis.
Sonno stati qui da nuy l'homini de Tormello et ne hanno dicto che per alcuni debati et differencie che sonno state fra vui et loro per lo passato, dubitano che adesso non gli vogliati usare qualche aspreza per vendicarve de loro et ne hanno domandato molte cose, le quale nuy non gli havemo voluto concedere, ma solamente gli havemo dicto che nuy ve scriveremo del facto loro et che siamo certi che non guardereti né havereti respecto a cose passate, ma che li tractereti bene como è l'intencione nostra et che pur quando vui facesti lo contrario, che loro ne debiano avisare perché gli provideremo nuy in modo che haverano casone de star contenti. Et cossì ve confortamo che vuy gli vogliati tractare bene et non guardare a passione alcuna e levare via ogni debato et differencia che fosse stata fra vuy per lo passato et cum loro fare libro novo, como siamo certi che fareti. Et de ciò ne havemo ancora dicto a Matheo de Becharia, lo quale s'è retrovato essere qui da nuy, secondo che intenderiti più a pieno da luy, siché questo ve havemo voluto scrivere per vostro aviso, perché vuy li tractati bene como havimo dicto et loro habiano materia de stare contenti soto vuy. Cremone, ii iulii 1451.
Cichus.