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1133. Francesco Sforza al commissario di Como 1451 luglio 15 Piacenza

Francesco Sforza scrive al commissario di Como di aver ricevuto le sue lettere circa lo spopolamento cittadino di offici e di persone sia per causa della peste che per ragione delle recolecte, oltre alla informazione di castelli e porte sguarnite di personale. Gli conferma di aver scritto al Consiglio segreto perché provveda a tutto quanto è stato segnalato.

[ 252v] Comissario Cumarum.
Nuy havemo recevute alcune toe littere per le qualle ne hay significato del'essere de quella nostra cità, videlicet del'absentacione hanno facto alcuni deli officiali nostri et li citadini, tum per la casone dela peste, tum etiam per casone dele recolecte et quanto etiandio sonno malforniti quilli nostri castellani et connestabili dela corte; al che scrivi may non havere havuto resposta alcuna da nuy. Ala qual cosa respondendote, dicimo che maravigliamose molto non habbi havute le nostre littere, perché nuy sempre havimo resposto ale toe littere, avisandote mo' per questa che nuy havimo scripto al nostro Consiglio secreto al quale havimo mandato esse toe littere, comandandoli che debiano fare tutte quelle provisione sonno necessarie a tuto quanto tu scrivi, siché essa cità nostra remagna ben secura et guardata dala peste, si etiandio da ogni altro pericolo et mancamento gli potesse intervenire per qualuncha altro modo. Preterea perché havimo nuy cari li recordi et avisi che ne fay circa ciò, siamo contenti che spesse volte ne scrivi avisandone como passarono le cose et dela provisione serà posta sopra ciò. Placencie, xv iulii 1451.
Cichus.