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1144. Francesco Sforza al podestà e al referendario di Novara 1451 luglio 28 Cremona

Francesco Sforza dice al podestà e al referendario di Novara la sua soddisfazione per l'esito positivo per i soldati e gli uomini del paese che ha avuto la visita di Francesco Gentile. Il duca vuole, poi, che si restituisca a Martino da Nibbia il ronzino presogli. Con l'argento lasciato lì da Carlo, dispone che si soddisfi chi di dovere: se ne avanzasse se ne scriva al duca, che dirà quello che deve farsene.

[ 271r] Potestati Novarie et referendario.
Veduto quanto ce scrivite per la vostra littera del fructo bono ha facto la venuta là de Francisco Gentile circha il provedere ad quelli soldati et alli homini del paese, non ce accade fare altra resposta se non che ce piace et remanemone assay repossati. Preterea uno Martino de Nibia, nostro cittadino de lì, ce scrive condolendosse de uno ronzino gli dete per suoy benemeriti misser Carlo, quale gli havete tolto, et de clxxii onze de argento è lì im pegno del dicto messer Carlo, quale voleti da luy. Il perché, acciò non se possa raxoneulmente dolere renderitegli dicto ronzino, trovando vuy essere suo, aliter daritice aviso como il facto passa. Il dicto argento vederite per quanto è obligato et satisfareti d'esso a chi ne è vero debitore, et del resto se trovasse sopra avanzare, che sentemo gli ne deve avanzare assay, satisfacto sia a quelli per li quali è impegnato, ne dareti aviso overo, parendove anze che faciate altro d'esso, scriverite como il facto passa, acciò possiamo rescriverve quello se debbia fare d'esso. Data Cremone, die xxviii iulii MCCCCLprimo.
Andreas Fulgineus.