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1178. Francesco Sforza a Filippo Maria Visconti 1451 agosto 4 Cremona

Francesco Sforza scrive a Filippo Maria Visconti riguardo alla vertenza che ha con gli uomini di Castelleone in merito a quanto usato per la difesa del castello.

Domino Philippo Marie Vicecomiti.
Ricevute tue lettere et inteso quanto in quelle se contene, respondemo ne pare ben facto le debite prove in la differentia vertisse tra ti et i zentilhomini de Castellione et piacene; et ad quanto contengono i capituli hanno i predicti, dicimo che nuy proprii motu nostro et ex (a) mera voluntate et certa scientia nostra, te confortamo, pregamo et strengemo alla cura, guardia et defensione del castello de Castione et cussì è el vero, como apare per nostre lettere de ciò scripte; né crediamo sia né è vero debbi havere havuto cose loro mobibile (b) summeno la quantità ne scrivi per alchuno modo che siamo informati et savemo bene quando pigliasti la guardia di quello, tucta la robba bona et la più parte delle cose mobile erano portate via. Et pensamo che se de ligname et altre cose sonno state tolte, sia state tolte solo per fortifichare et reparare al dicto castello et per cose neccessarie et opportune como è usanza fare et fasse al tempo de guerra et simili tempi como erano quilli che forsi cossì recercavano non sommeno la quantità ne scrivitti, né s'aproxime ad quella de que scrivimo alli commissarii opportunamente; destrengemoli ad questo facto spazare subito et debitamente senza subterfuzii et [ 278v] dillatione, le quale cose non sonno de nostra mente et voluntà né è de nostro favore, che quanto havemo in ciò ordenato et facto lo havimo facto per ministrare rasione ad l'una et l'altra parte et aciò nessuno se possa querelare per denegata iustitia et non per altra casione né rasione, né dare favore più a uno che un altro. Cremone, die iiii augusti MCCCCprimo.
Cichus.


(a) Segue sincera depennato.
(b) Così A.