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1240. Francesco Sforza ad Andrea Dandolo 1451 agosto 16 Lodi

Francesco Sforza scrive al provvisore Andrea Dandolo a proposito del cavallo sottratto ad Antonello Siciliano da Paolo Schiavo, uomo del conte Giacomo, e non ancora restituito. Il furto è dovuto al fatto che uno degli uomini del duca ha trattenuto due cavalli di un famiglio del conte. I due cavalli sono stati restituiti, ma quello del famiglio ducale no; motivo per cui lo Sforza scrive ancora.

[ 291r] Domino Andree Dandulo, provisori, et cetera.
Spectabilis et generose amice noster carissime, occorse gia più mesi sonno che venendo dal canto vostro de là questo Antonello Ciciliano, nostro famiglio, per soe faccende como sonno venuti li vostri et venghono tucto il dì dal canto nostro de qua, li fo tolto il cavallo da uno Paulo Schiavo, compagno del messer conte Iacomo, quale fo gia nostro famiglio et fugisse da nuy questo anno passato; et per esso habiando più fide scripto al spectabile messer Niccolò da Canale speranza ce ha data ben de farcelo restituire, mò effecto non ne è sequito alcuno. Il perché sucesse ad questo dì che per uno deli nostri foron retenuti de qua doy cavalli de uno famiglio del messer conte Iacomo, maxime ad fine de rehavere dicto nostro cavallo; per la restitutione deli quali doy havendoce scripto il magnifico messer lacomo Antonius Marcello non obstanci dovessemo aspetare de havere prima il nostro. Tamen ad contemplatione dela soa magnificentia et per attribuire maiur raxone, dal canto nostro et etiam per demonstrare quale animo era il nostro de ben vicinare, subito li fessimo restituire, sperando che da poy immadiate ce fosse dato il nostro; il che non siando sequito non pocho ce maravigliamo. Per la qual cosa presentento nuy messer Niccolò esser perfeto et la vostra spectabilità esser venuta in suo locho habiamo deliberato scrivergline qualche cosa, anzi che per nuy se adevegna ad altro acto reconfidandoce che senza alcuna resistentia c'el farà restituire. Et però remandamo de là per questa casone sola questo nostro al quale fo tolto, preghamove adunche vogliate ordinare et comandare sia il dicto nostro cavallo restituito, como è debito et raxone et levare de mezo questa differentia et cadun'altre quali potesseno disturbare il nostro bon vicinare, che non ce pareva honesto li vostri fosseno securi nel praticare fanno tucto'l dì dal canto nostro et che li nostri venessono de là fossono robbati, como se demonstra per il predicto, certificandove benché infinite fiade l'habiamo scripto et mandato ad dire ali vostri de là che da (a) nuy non venerà may il principio de disturbare la bona vicinanza et compagnia (b) et così vogliate (c) vuy obstare ad ciò dal canto vostro. Data Laude, xvi augusti 1451.
Andreas Fulgineus.


(a) Segue nuy su vuy depennato.
(b) Segue et così in interlinea.
(c) Segue adunche depennato.